Salomon Pulsar Trail: IL TEST - 4ActionSport

2022-08-19 20:00:53 By : Ms. Chloe LYU

Salomon Pulsar Trail e Pulsar Trail Pro, Fabio Scipioni ha testato entrambe le calzature tra sentieri valdostani, sentieri “milanesi” e, perché no, anche un po’ asfalto.

La Salomon Pulsar Trail, al pari della sorella Pro, è stato il modello di calzatura da trail running più atteso del 2022 su cui la casa francese ha riposto delle aspettative alte.

Se a buon diritto la versione con piastra interna in carbonio si rivolge ad un pubblico più selezionato, il progetto Pulsar Trail vuole essere la transizione per coloro che dalla strada si portano al fuoristrada con ai piedi una scarpa dalle caratteristiche elevate.

La Pulsar trail non è assolutamente una semplice “entry level”, infatti parliamo di tecnologia Energy Blade associata ad un’intersuola con schiuma Energy Surge per ottimizzare le caratteristiche di reattività e spinta. Entreremo più avanti all’esame completo di tutte le sue caratteristiche.

La prima impressione è sicuramente di un modello di calzatura da trail running performante, versatile che si presta per allenamenti lunghi come per lavori più specifici; una scarpa che ispira tanta fiducia e sicurezza.

Oltre a ciò, vorrei ricordare anche che la tomaia è realizzata con materiali riciclati, scelta non banale e scontata in questa periodo. Un occhio all’ecologia con un beneficio diretto per il consumatore finale.

La suola ha praticamente la stessa larghezza e contorno della Pro, con un impercettibile maggiorazione di 2 mm sotto la parte metatarsale ed evidente se osserviamo la parte che dalla piccola piastra (colorata) scende alla suola.

La Pulsar Trail ha meno tasselli della Pro ma di dimensioni decisamente maggiori ( 45 rispetto i 61 della Pulsar Pro); sono distribuiti uniformemente sotto tutta la pianta del piede. Nella parte centrale del tallone, la suola è stata scavata, un’intelligente soluzione per proteggere l’area dai traumi d’impatto soprattutto nei terreni più rocciosi L’altezza dei tasselli è di 3,5 mm, la forma è romboidale e sono orientati per controllare le spinte frontali e laterali. Il battistrada è fatto con gomma Contagrip, una speciale formulazione che viene direttamente prodotta negli stabilimenti Salomon e su cui ci siamo più volte espressi sull’eccezionale tenuta

Altezza in corrispondenza del tallone 32,6 mm Altezza in corrispondenza dell’avampiede 26,6 mm Differenziale 6 mm Peso 280 gr.

La geometria della suola di questa calzatura da trail running è a centina negativa, con un arco molto regolare; se vogliamo un paragone con Pulsar Pro, è meno alta davanti di un paio di mm, identica al posteriore.

L’intersuola della Pulsar Trail è molto generosa di materiale protettivo in corrispondenza delle falangi e del tallone. Soprattutto sotto la conchiglia, rispetto al modello Pro è stata protetta completamente per offrire massimo confort e stabilità. Guardando il disegno dell’intersuola la densità della schiuma sembra la stessa dalla punta al tallone, è distribuita omogeneamente se non per un “taglio” trasversale che dal tallone scende in avanti verso la suola. Questo leggero svuotamento può assecondare il lavoro torsionale del piede.

Come anticipato in apertura, il “plus” dei modelli Pulsar sta nella tecnologia Energy Blade; alla schiuma Energy Surge gli ingegneri hanno integrato una piastra in materiale TPU (poliuretano termoplastico).

Viste le caratteristiche di questo polimero, la casa propone come alternativa al carbonio della Pro una piastra molto resistente, elastica e certamente meno impegnativa. La schiuma è un mix tra EVA ed OBC (composto di macromolecole che alternano dei blocchi duri ad alta rigidità ad altre morbide altamente elastiche). Rispetto al modello Pro, la densità della schiuma è più omogenea e della stessa durezza sotto tutta la pianta del piede. La piastra è visivamente evidente, è stata inserita solamente nella parte anteriore della scarpa a circa 5/6 mm di altezza dalla suola; ricordiamo che si tratta di una porzione di TPU con un disegno del tutto particolare che si ispira all’anatomia degli zoccoli dei camosci. E’ una struttura disaccoppiata ed offre molta più elasticità e flessibilità durante l’azione.

La tomaia è fatta con materiale in tessuto sintetico, ottenuto da materiali di scarto o riciclati quali le bottiglie in PET. Sembra traspirante, è molto morbida al tatto; internamente è foderata con una membrana Endofit per migliorare stabilità e controllo del piede. Non è un pezzo unico (o calzino), ma presenta la tradizionale linguetta che con molta intelligenza è collegata all’intersuola da una fodera interna ed elastica, migliorando la calzata ed evitando il passaggio di possibili detriti.

La linguetta è imbottita ma non esagerata, il necessario per proteggere il collo del piede in tutta le sua lunghezza. Come per gli altri modelli Pulsar, è presente il piccolo “taschino” ampio e comodo per alloggiare il tirante dei lacci. Il laccio è di tipo Quicklace, a tirante; risulta preciso, molto comodo e facile da regolare; passa attraverso quattro asole cucite sulla tomaia ad eccezione dell’ultima integrata nella tomaia.

La conchiglia è piuttosto dura; internamente è imbottita quasi completamente, nella parte esterna.

La tomaia è stata ricoperta da un materiale gommoso molto protettivo sia per la scarpa che possibili colpi al tallone. Oltre a ciò una maggiore rigidità al posteriore permette anche una migliore stabilità della caviglia.

La stessa protezione gommosa e dura è stata applica sul puntale, che risulta sempre la parte della scarpa più soggetta agli urti.

La soletta interna è molto ridotta, uno spessore di 2mm, traforata per garantire la massima traspirabilità. E’ identica a quella del modello Pro.

Poteva sembrare molto ambizioso ed un compito arduo testare la scarpa dopo aver utilizzato il modello Pro; sono bastati pochi minuti per capire che la Pulsar Trail è a se stante e che, pur sfruttando parti della tecnologia Pro, ha delle caratteristiche che la rendono unica.

Il modello in prova è nella colorazione arancione/bianco; la lunghezza, per scelta, precisa al mio piede, 42 2/3. Le colorazioni proposte da Salomon sono in totale quattro. La scarpa è molto facile da calzare grazie alla tomaia tradizionale a linguetta; con il Quicklace la regolazione è rapida, precisa; percepiamo fin da subito un notevole confort sia nel “toe box” che nel resto del piede. La sensazione è quella di un piede avvolto ed ovattato. A confronto della Salomon Pulsar Pro dove la tomaia si “schiaccia” al piede, in questo modello l’imbottitura si unisce più dolcemente. Soprattutto attorno alla caviglia sento meno il collarino; non percepisco degli spazi vuoti attorno al piede.

Stando in piedi apprezzo la relativa morbidezza, rispetto alla Pro dove tra avampiede e tallone percepisco una differenza di durezza della mescola, la Trail è più omogenea. Non è una scarpa “cuscino” in cui il piede affonda nell’intersuola e il ritorno elastico è evidente.

Muovendo i primi passi intuisco una maggiore aderenza al terreno. I tacchetti sono di forma uguale alla Pro ma con dimensioni del 50% più grandi, hanno un attrito maggiore.

Le prime vere uscite sono state su percorsi sterrati, larghi, senza troppe sconnessioni. Passando da un modello vicino ai 200 gr ad uno di circa 300 gr, credevo che il peso si avvertisse di più o meglio il movimento fosse più macchinoso. La Trail reagisce in maniera estremamente veloce, la risposta elastica è pronta, quasi al pari della sorella. L’impatto al terreno è molto gradevole, non è secco. Il Contagrip Salomon è una garanzia di tenuta e morbidezza della mescola.

Con il passare dei km, ciò che maggiormente emerge è l’altissimo bilanciamento tra la reattività della scarpa ed il confort interno del piede; le nostre articolazioni non si stancano, il piede è avvolto perfettamente senza essere sottoposto a pressione anche nei terreni più sconnessi. La scarpa è più permissiva rispetto alla Pro che ha un’indole più “race” e risposte più immediate. La Trail con i suoi maggiori volumi è meno nervosa ma nel lungo periodo meno stressante.

Comunque sia NON siamo di fronte ad un modello per principianti, la scarpa anche in allenamenti più mirati, di qualità, offre spunti incredibili. La Trail è veloce, molto veloce! Nei terreni montani e sconnessi offre il meglio di se; la rigidità della struttura del tallone offre un elevato controllo della caviglia e nelle discese anche molto ripide il piede è molto fermo e stabile. Pur avendo una scarpa di misura esatta, il quicklace garantisce una tenuta impeccabile del piede, le dita sono ben protette nel puntale.

Ho avuto già modo di dire che tutti i modelli Pulsar provati avessero qualità uniche di adattamento ai tratti asfaltati, la Trail non è da meno; nei trasferimenti su strada, non si corre a disagio, anzi l’impatto resta morbido senza eccessivi attriti e resistenze.

Senza inoltrarmi in tecnicismi poiché ritengo che ogni runners abbia caratteristiche e sensazioni diverse, in generale mi sento di affermare che la Pulsar Trail sia un prodotto che si possa indossare quotidianamente. Anche in giornate in cui le nostre gambe siano particolarmente stanche, la Trail è un modello che ci può accompagnare dalle uscite più tranquille ad allenamenti molto più dinamici. Rispetto al modello Pro che si adatta a runners più leggeri e capaci, la Pulsar Trail è un modello più trasversale ad ampio raggio; non mi sento di consigliarlo ad un principiante del Trail ma a corridori con buona esperienza anche con peso corporeo intorno ai 75 kg.

Ultima considerazione non di poco conto, il rapporto qualità prezzo la pone in una fascia altissima; con un risparmio del 30% rispetto ai modelli top di gamma, possiamo offrirci un prodotto molto evoluto e prestante. Che sia scelto per allenamento così come modello da gara, il trailer medio nella Pulsar Trail può trovare le migliori risposte e fare un acquisto molto intelligente.

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