Lucio Dalla in mostra all’Ara Pacis: «Anche se il tempo passa»- Corriere.it

2022-09-23 19:45:38 By : Ms. Sunny Wei

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La collezione di cappelli, le foto, le copertine dei dischi, la sua musica e una sezione sulla casa di Trastevere dove visse fino al 1986. Inaugurazione con Verdone e Arbore

Un Topolino di gomma che era il gioco preferito nell’infanzia a cui crescendo ha continuato a somigliare. La collezione di cappelli coi proverbiali baschi e colbacchi accanto ai borsalino e alle berrette da marinaio. Il clarinetto, le copertine dei dischi , le scenografie di Mimmo Palladino, le prime stesure dei brani, le lettere scritte a mano, l’insegna della sua galleria d’arte a Bologna, la pagella, le foto di scena, la poesia. L’eclettismo di Lucio Dalla e il suo «universo creativo» si riflettono nella mostra a lui dedicata che apre al pubblico il 22 settembre e resterà al Museo dell’Ara Pacis fino al 6 gennaio .

Lucio Dalla. Anche se il tempo passa arriva a Roma nel decennale della scomparsa del cantautore , celebrando in dieci sezioni l’artista e l’uomo , l’empatia e l’ironia, l’indole istrionica e la ritrosità di un musicista che, parafrasando Renzo Arbore e Carlo Verdone — presenti mercoledì 21 all’inaugurazione — non aveva eguali. Il percorso espositivo segue un filo narrativo e si appoggia su un’ampia raccolta di oggetti, molti mai esposti prima e donati da amici che hanno voluto restare anonimi, ma anche documenti, fotografie, video e ovviamente la musica che in tre brani è interpretata in video nella lingua dei segni, LIS, dal performer Mauro Iandolo.

Per la tappa romana — la mostra, inaugurata a Bologna, si sposterà a Napoli, Pesaro e Milano — una sezione aggiuntiva rimanda a vicolo del Buco 7, a Trastevere, la casa in cui Dalla visse per 25 anni, fino al 1986 , e dove una targa ricorda i versi dedicati alla città ne La sera dei miracoli. «Una casa strana, bellissima — racconta Verdone — dove andai a chiedergli se potevo usare la sua musica per Borotalco , il film che lo omaggiava e senza il quale non sarei qui a parlare». L’uomo «generosissimo» che racconta il regista è stato anche un bambino prodigio, come si vede nelle fotografie e nei manifesti della compagnia teatrale «lillipuziana» del maestro Dellos, o in quelle in costume da bagno a Manfredonia quando apriva le sfilate di moda della madre.

«Io lo conobbi così — ha ricordato Arbore — era il bambino a cui dovevo tenere compagnia mentre mia madre sceglieva i vestiti da comprare . Era molto prima di scoprire che fosse l’artista unico, diverso da tutti, capace di fare jazz, reggae, musica napoletana o sperimentazione». La personalità del cantautore bolognese è rappresentata nella mostra curata da Alessandro Nicosia con la Fondazione Lucio Dalla che non trascura alcune passioni di sempre come il basket, il mare, il cinema — che lo ha visto attore molte volte — e l’arte con i quadri realizzati di suo pugno e la galleria No code aperta in via dei Coltelli a Bologna. «Obiettivo primario del progetto espositivo — ha detto il curatore — è stato presentare l’intero universo di Dalla, non solo il grandissimo successo, ma anche il suo carattere istrionico e timido». Per l’intera durata della mostra al Museo dell’Ara Pacis si terranno anche incontri intorno all’universo poetico di Dalla . Inoltre sono previsti percorsi e visite guidate dedicati a persone con disabilità visiva o uditiva.

(Info: Lucio Dalla. Anche se il tempo passa», Museo dell’Ara Pacis, via di Ripetta 180. Fino al 6 gennaio . Tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30. Biglietti da 13 a 4 euro; www.mostraluciodalla.it. Catalogo: Skira)

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